Marco Pasculli non ha bisogno di presentazioni. Un portiere di Futsal con la P maiuscola. Dalla Serie A alla Champions League, passando per piazze storiche come Napoli, Montesilvano, Real Rieti e Feldi Eboli: Marco è un simbolo di continuità, dedizione e crescita nel panorama del calcio a 5 nazionale. Arrivato alla L84 nel 2023 come giocatore, oggi invece rappresenta un punto fermo del club in veste di preparatore dei portieri. Il nostro redattore Andrea Belardini l’ha contattato telefonicamente per capire le sue emozioni dopo il suo cambio di “ruolo”. Ecco le sue parole:
Passare da portiere a preparatore dei portieri è una transizione che molti ex atleti affrontano, ma è anche un cambiamento significativo. Come hai vissuto questo passaggio?
“Per me è stato un qualcosa di molto naturale perché da 4 anni svolgevo il doppio ruolo di giocatore e preparatore portieri. Nel corso della mia carriera da giocatore ho sempre avuto grande interesse nel confrontarmi con i preparatori sulle varie fasi di una seduta specifica e sull’aspetto mentale che viene richiesto dal ruolo. Aver lavorato con un maestro come Alberto Mancini a Montesilvano sicuramente mi ha dato tantissimo, arricchendomi di spunti e punti di vista nuovi.”
Cosa speri di trasmettere ai tuoi portieri per aiutarli ad affrontare le sfide future nel mondo del futsal?
“Una delle cose su cui lavoro tanto è la sicurezza nei propri mezzi. Il ruolo del portiere ha una componente mentale elevatissima, dunque non va tralasciata. Dare sicurezza ai compagni tramite la comunicazione è un altro aspetto decisivo, soprattutto nella fascia tra i 15 e i 19 anni, dove il portiere ma soprattutto il ragazzo si forma sotto il profilo caratteriale.”
Cosa ti ha spinto a rimanere nel L84 anche in veste da preparatore?
“Quando ho firmato per L84 sapevo che mi avrebbe dato l’opportunità di continuare ad allenare una volta finita la carriera da giocatore. La società non ha eguali per organizzazione e progetto, abbiamo un settore giovanile coordinato da Edu Dias che rappresenta una eccellenza in Italia per metodologia e personale. Quindi, nonostante mi sentissi ancora in grado di giocare, non ci ho pensato due volte quando mi è stato proposto questo cambio di ruolo. La società ha sempre dimostrato grandissima fiducia nel mio lavoro di preparatore, sia con la prima squadra che con le giovanili, quindi non ho mai dubitato sulla scelta da intraprendere, ed essere insignito di una responsabilità cosi grande mi riempie di orgoglio.”
Quale è stato l’avversario più difficile da affrontare?
“Fortunatamente ho giocato contro grandissimi campioni, quindi potrei dire tantissimi nomi. Faccio quello di Borruto per la sua caratteristica di imprevedibilità che lo rende cosi unico. Noi portieri cerchiamo sempre di avere tutto sotto controllo ed anticipare il gioco, con Titi è impossibile, ogni volta trova un modo per calciare in porta nei modi più inattesi”.
Andrea Belardini
Foto: L84

